di Sandro Buggiani
Penso che il compito di chi amministrerà la città dal
2014 al 2019 sia in particolare quello di riavvicinare e riconsegnare la politica
nelle mani dei cittadini, di creare nuovamente un rapporto di fiducia facendo scelte
chiare e vicine alle esigenze della gente. C’è bisogno di un profondo
cambiamento, ma per chiederlo a tutta la società è necessario che le prime a
cambiare siano le pubbliche amministrazioni dando il buon esempio. Deve prima di
tutto cambiare l’atteggiamento che le pubbliche amministrazioni hanno con
l'esterno: tempi e risposte certe per le richieste avanzate dai cittadini,
condivisione sulle priorità, su come spendere le risorse pubbliche e sulla
individuazione delle opere pubbliche più importanti da realizzare, attenzione a
tutte le zone del paese a partire dai piccoli interventi di manutenzione e di
messa in sicurezza del territorio. Dobbiamo riuscire a costruire una Fucecchio
moderna, solidale, a misura d’uomo, capace di premiare il merito, di
valorizzare le differenze, di punire chi non rispetta le regole o cerca di fare
il furbo.
C’è bisogno di un
rinnovamento reale capace di premiare coloro che se lo meritano e cancellare la
logica dei favoritismi e delle conoscenze. C’è bisogno di una Fucecchio più
coraggiosa! Una Fucecchio che sappia scegliere in base a ciò che una persona
propone e ha dimostrato di poter fare grazie alle proprie competenza e alla
propria determinazione. Lo voglio dire chiaramente: le primarie non devono
essere un regolamento interno di conti tra DS e Margherita, tra dalemiani e
veltroniani, tra renziani e bersaniani ma un modo per far partecipare più
persone nella scelta delle cose da fare nei prossimi cinque anni. Un modo per
scegliere la persona più competente, determinata, capace di realizzare un
programma creato da un gruppo di persone. Cambiare si può anzi, oggi come non
mai, si deve!
È bene anche dire che la maggior parte delle divisioni interne
al PD sono alimentate proprio da coloro che sono interessati a mantenere la
propria poltrona mentre coloro che sono interessati ad un reale cambiamento ed
in particolare i più giovani valutano maggiormente le capacità ed i meriti
invece che la fedeltà e l’appartenenza. Per concludere, mi piacerebbe che nei
prossimi mesi riuscissimo a spostare l’attenzione sulle proposte più che sui
nomi e che il Tirreno impostasse un dibattito in questi termini evitando di creare
contrapposizioni tra fazioni contrapposte. Penso che questo favorirebbe l’emergere
del merito e delle competenze e darebbe una mano importante a coloro che sono
interessati a spostare il dibattito sui contenuti cosa che credo che interessi
fortemente a questo giornale.
Fonte: Il Tirreno - Empoli
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